Carlo Roberto Sacco Divisione di Pneumologia, Laboratorio del Sonno, Istituti Clinici Scientifici Maugeri, IRCCS, Gattico-Veruno (NO)
Alberto Braghiroli Divisione di Pneumologia, Laboratorio del Sonno, Istituti Clinici Scientifici Maugeri, IRCCS, Gattico-Veruno (NO)
Valentina Conti Ambulatorio di Pneumologia, Ospedale di Stato, ISS Istituto per la Sicurezza Sociale, Repubblica di San Marino
Fabrizio Dal Farra S.C. Pneumologia, Ospedale San Bassiano, ULSS 3, Bassano del Grappa (VI)
Giuseppe Insalaco Consiglio Nazionale delle Ricerche – Istituto per la Ricerca e l’Innovazione Biomedica, Palermo
Anna Lo Bue Consiglio Nazionale delle Ricerche – Istituto per la Ricerca e l’Innovazione Biomedica, Palermo
Anna Monzani UO Pneumologia, ASST Monza, Ospedale San Gerardo, Università degli Studi di Milano Bicocca, Monza (MB)
Adriana Salvaggio Consiglio Nazionale delle Ricerche – Istituto per la Ricerca e l’Innovazione Biomedica, Palermo
DOI: 10.36166/2531-4920-A045
L’impatto epidemiologico e le conseguenze cliniche delle apnee ostruttive nel sonno hanno focalizzato l’attenzione della comunità scientifica che si occupa di sonno su questa patologia. Il presente documento intende sottolineare la centralità del medico con specifico knowhow e di infermieri e tecnici durante il percorso diagnostico, il trattamento ed il follow-up del paziente. Il percorso diagnostico mediante monitoraggio cardio-respiratorio o polisonnografia durante il sonno deve essere personalizzato e prescritto da un medico esperto al fine di arrivare ad una corretta diagnosi, ad un trattamento personalizzato e ad un followup che consenta di mantenere una adeguata aderenza al trattamento nel tempo. L’OSA è riconosciuta come una patologia complessa ed eterogenea e il limitarsi ad una diagnosi semplicemente basata su un AHI appare molto riduttivo. Vi è la necessità di prendere contemporaneamente in considerazione il quadro clinico-anamnestico, l’aspetto anatomico e funzionale in modo da poter caratterizzare il paziente. Una attenta analisi di una indagine polisonnografica o di un monitoraggio cardiorespiratorio è in grado di fornirci le informazioni fisiopatologiche in modo da ottenere indici e pattern utili per un adeguato trattamento del paziente. L’OSA ha una patogenesi multifattoriale e questo può spiegare perché trattamenti alternativi alla CPAP abbiano dato ad oggi risultati variabili probabilmente per una non adeguata tipizzazione dei pazienti. Una volta che si è deciso di trattare il paziente con CPAP, l’individuazione della pressione va effettuata tramite scarico dei dati dalla scheda, interpretazione del tracciato quando disponibile, non limitandosi all’interpretazione automatica del 90°-95° percentile della pressione. Il follow-up è una componente essenziale nella gestione del paziente affetto da OSA in quanto permette di verificare l’adeguata aderenza al trattamento.