Francesco Menzella Unità Operativa di Pneumologia, Dipartimento Cardio-Toraco- Vascolare e di Area Critica, Azienda Ospedaliera Arcispedale Santa Maria Nuova, IRCCS, Reggio Emilia
Mirco Lusuardi Riabilitazione Respiratoria, Ospedale S. Sebastiano di Correggio (RE)
Carla Galeone Unità Operativa di Pneumologia, Dipartimento Cardio-Toraco- Vascolare e di Area Critica, Azienda Ospedaliera Arcispedale Santa Maria Nuova, IRCCS, Reggio Emilia
Nicola Facciolongo Unità Operativa di Pneumologia, Dipartimento Cardio-Toraco- Vascolare e di Area Critica, Azienda Ospedaliera Arcispedale Santa Maria Nuova, IRCCS, Reggio Emilia
Luigi Zucchi Unità Operativa di Pneumologia, Dipartimento Cardio-Toraco- Vascolare e di Area Critica, Azienda Ospedaliera Arcispedale Santa Maria Nuova, IRCCS, Reggio Emilia
DOI: 10.36166/2531-4920-2016-31-50
Le sempre più approfondite conoscenze sulla biologia molecolare ed i meccanismi eziopatogenetici dell’asma hanno permesso di identificare in maniera esauriente e completa i suoi numerosi fenotipi ed endotipi, in particolare per quanto riguarda l’asma grave refrattario. Nell’ambito delle terapie innovative, per molti anni abbiamo avuto a disposizione solo omalizumab per venire incontro alle esigenze non soddisfatte di uno specifico gruppo di pazienti con asma grave allergico non controllato; più di recente è stata introdotta la termoplastica bronchiale, procedura endoscopica promettente, ma con ancora molti punti da chiarire in maniera più approfondita. A breve saranno disponibili altri anticorpi monoclonali, in particolare quelli rivolti verso il blocco della IL-5 ed altri ancora arriveranno nel prossimo futuro, ma questa improvvisa abbondanza di opzioni terapeutiche, a volte parzialmente sovrapponibili fra loro, rende fondamentale identificare nuovi biomarker economici e validati, utili per guidare il clinico nella selezione dei pazienti e dei trattamenti a loro più adatti, cercando auspicabilmente di definirne quando possibile la durata. Tutto questo senza dimenticare gli aspetti farmaco-economici visto l’elevato costo diretto delle nuove terapie, onde evitare sprechi di preziose risorse soprattutto in un contesto socio-economico come quello attuale.