Il ruolo fondamentale del team multidisciplinare nel carcinoma adenoido-cistico della trachea
Abstract
Uomo di 57 anni, ex fumatore da oltre 20 anni, camionista, senza patologie di base, giungeva alla nostra attenzione per dispnea, ortopnea, oppressione toracica ed emoftoe. La sintomatologia dispnoica era insorta da circa 1 mese, dapprima sotto sforzo, indi a riposo. Il paziente si era sottoposto a Rx torace (Fig. 1) e ad accertamenti cardiologici (ECG ed ecocardio) con risultati nella norma; dopo la comparsa di emoftoe si era recato in Pronto Soccorso. Obiettivamente erano presenti cornage e tirage che si accentuavano con la posizione supina (il paziente riferiva di non dormire da almeno 3 notti). Veniva effettuata una visita otorinolaringoiatrica con un reperto non significativo. Il paziente veniva quindi sottoposto a TAC torace con mezzo di contrasto (Fig. 2) che evidenziava stenosi di circa il 70% del lume tracheale nella sua porzione prossimale per la presenza di neoformazione a base di impianto sul versante laterale sinistro con erosione della cartilagine ed estensione cranio-caudale per circa 16 mm. Domenica pomeriggio, indisponibilità di R.O.S.E., paziente marcatamente dispnoico; si concordava con il chirurgo toracico immediata disostruzione broncoscopica in previsione di chirurgia radicale nel sospetto di carcinoma adenoido-cistico della trachea.
Caso clinico
Uomo di 57 anni, ex fumatore da oltre 20 anni, camionista, senza patologie di base, giungeva alla nostra attenzione per dispnea, ortopnea, oppressione toracica ed emoftoe.
La sintomatologia dispnoica era insorta da circa 1 mese, dapprima sotto sforzo, indi a riposo. Il paziente si era sottoposto a Rx torace (Fig. 1) e ad accertamenti cardiologici (ECG ed ecocardio) con risultati nella norma; dopo la comparsa di emoftoe si era recato in Pronto Soccorso. Obiettivamente erano presenti cornage e tirage che si accentuavano con la posizione supina (il paziente riferiva di non dormire da almeno 3 notti).
Veniva effettuata una visita otorinolaringoiatrica con un reperto non significativo. Il paziente veniva quindi sottoposto a TAC torace con mezzo di contrasto (Fig. 2) che evidenziava stenosi di circa il 70% del lume tracheale nella sua porzione prossimale per la presenza di neoformazione a base di impianto sul versante laterale sinistro con erosione della cartilagine ed estensione cranio-caudale per circa 16 mm.
Domenica pomeriggio, indisponibilità di R.O.S.E., paziente marcatamente dispnoico; si concordava con il chirurgo toracico immediata disostruzione broncoscopica in previsione di chirurgia radicale nel sospetto di carcinoma adenoido-cistico della trachea.
Il paziente veniva quindi sottoposto a broncoscopia rigida che documentava un reperto ancor più grave dell’imaging radiologico (Fig. 3): il lume tracheale a livello del 1-2 anello cartilagineo appariva completamente stenotico verosimilmente per la deposizione di coaguli a livello del tessuto patologico. La lesione presentava ampia base di impianto a livello del versante laterale sinistro della parete tracheale, erano presenti gettoni di tessuto solido occludenti anche a partenza dal versante anteriore e a livello della giunzione tra la parete laterale destra e la pars membranacea della trachea.
Con tecnica di coring-out supportata dall’utilizzo di pinza ottica si perveniva ad una buona ricanalizzazione del lume tracheale (Fig. 4) con immediato miglioramento soggettivo.
L’esame istologico del tessuto asportato confermò la diagnosi ipotizzata di carcinoma adenoido-cistico tracheale e 3 giorni dopo la disostruzione endoscopica, il paziente fu sottoposto a chirurgia radicale con intervento di resezione-anastomosi tracheale: furono asportati 2,5 cm di trachea con margini di resezione indenni all’esame del pezzo operatorio. Il decorso post-chirurgico è stato regolare. La rivalutazione broncoscopica a 7 giorni dall’intervento documentava la completa pervietà del lume tracheale con esiti chirurgici di aspetto regolare (Fig. 5).
Discussione
Le neoplasie primitive della trachea sono patologie rare e più frequentemente maligne. Tra queste il carcinoma adenoido-cistico è il secondo per frequenza (16% dei casi), dopo il carcinoma squamocellulare (45% dei casi) ed è caratterizzato da un’età di insorgenza più bassa (quarta/quinta decade di vita) e una prognosi migliore seppur gravata da frequenti recidive 1.
La neoplasia presenta crescita lenta e la sintomatologia di esordio è spesso subdola con possibilità di ostruzione marcata della trachea alla diagnosi come nel caso descritto.
Il trattamento di elezione è chirurgico con intervento di resezione-anastomosi tracheale, da valutarsi, se tecnicamente eseguibile, anche in casi localmente avanzati o metastatici per la storia naturale della patologia caratterizzata da una lenta evolutività e da una prognosi a lungo termine nettamente migliore degli altri istotipi 2.
Nel caso di margini di resezione interessati dalla neoplasia è indicata la radioterapia adiuvante che si è dimostrata talmente efficace da rendere le complicanze intra e perioperatorie il rischio maggiore dell’intervento chirurgico piuttosto che la presenza di margini patologici 3.
La pneumologia interventistica, in termini di disostruzione meccanica con posizionamento di stent laddove indicato, svolge un ruolo fondamentale in caso di insufficienza respiratoria: trattamento ponte in previsione di intervento chirurgico o di trattamento delle recidive quando la chirurgia non fosse più indicata per neoplasia non resecabile.
La letteratura mostra come, in misura sempre maggiore, questo ruolo sia esaltato e portato a maggior efficacia nell’ambito di un approccio multidisciplinare, sia alla diagnosi, come nel caso descritto, sia nel corso della storia naturale della malattia, caratterizzata appunto da lenta evoluzione ed alta frequenza di recidive soprattutto locali.
In casi che arrivino a valutazione con una riduzione critica del lume tracheale infatti la chirurgia è gravata da elevata mortalità intra e perioperatoria anche quando anatomicamente possibile. Il ripristino di un lume aereo sufficiente mediante disostruzione in broncoscopia rigida consente un’adeguata gestione delle vie aeree prima e durante l’intervento rendendo possibile l’esecuzione di quest’ultimo in elezione o urgenza differibile e il suo inserimento in un contesto di multidisciplinarietà nel quale il radioterapista e l’oncologo possano intervenire con efficacia 4,5.
L’elevata frequenza di recidive in un lungo lasso di tempo comporta un elevato rischio di impegno delle vie aeree centrali anche nel corso del follow-up ed in pazienti già trattati chirurgicamente. È stato recentemente evidenziato come il coinvolgimento della pneumologia interventistica nel trattamento palliativo delle recidive nel contesto di un approccio mutidisciplinare possa contribuire ad un allungamento dell’aspettativa di vita rispetto ad un approccio “tradizionale” basato sul trattamento chemio e radioterapico della recidiva 6. Questo aspetto risulta cruciale nel carcinoma adenoido-cistico, in considerazione della lenta evolutività di una patologia in cui l’aspettativa di vita è mediamente lunga e il coinvolgimento respiratorio può determinare la prognosi 2.
Figure e tabelle
Riferimenti bibliografici
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