La polmonite interstiziale da SARS-CoV-2: un editoriale illuminante
Articolo
Martin Tobin e Collaboratori hanno scritto un commentario su due lavori scientifici (tra l’altro uno di questi due lavori è stato realizzato a Genova) riguardanti il ruolo dei supporti ventilatori non invasivi nei pazienti affetti da COVID-19 e ovviamente con grave insufficienza respiratoria. L’editoriale è fonte di importanti riflessioni scientifiche e filosofiche 1.
L’infezione da SARS-CoV-2 causa una polmonite interstiziale che presenta aspetti fisiopatologici, in un significativo numero di casi, diversi da quelli osservati nei soggetti affetti dalla classica “acute respiratory distress syndrome” (ARDS). La compliance appare conservata e l’ossigenazione del sangue è sostenibile spesso con un approccio ventilatorio non invasivo. In effetti le basi morfologiche di questo peculiare fenotipo sono state descritte da Doglioni et al. 2. Il quadro classico del danno alveolare diffuso con membrane jaline ed edema proteinaceo intra-alveolare ed interstiziale è pressoché assente e gli alveoli non sono collassati. Vi è invece una iperplasia “patchy” dei pneumociti di II ordine che esprimono marker di proliferazione ed in parte – la minoranza – albergano il genoma virale ed esprimono la IL-6; la gran parte presenta la STAT-3 fosforilata nel nucleo. I capillari interalveolari sono aumentati di numero e hanno il lume dilatato. Le venule postcapillari presentano decorso tortuoso e lume dilatato. L’endotelio in questi vasi esprime il PD-L1 e la indoleamina deossigenasi (un enzima con un ruolo importante nel controllo del tono muscolare della parete dei vasi e nel controllo del traffico dei linfociti). Linfociti CD3+/CD4+ sono presenti nell’interstizio ed in particolare attorno alle venule e gli spazi alveolari contengono macrofagi con un peculiare fenotipo “infiammatorio”.
La comprensione della peculiare fisiopatologia che caratterizza almeno una fase dell’insufficienza respiratoria nei pazienti COVID-19 si è avuta grazie alle osservazioni cliniche condotte durante la pratica quotidiana e agli studi retrospettivi 3. Osservazioni che, almeno in parte, stimolano una critica sui dettami di linee guida in precedenza emanate.
In questo editoriale Tobin et al. 1 ci fanno riflettere sulla metodologia scientifica e mettono in discussione il dogma del valore assoluto degli studi prospettici randomizzati, in particolare quando questi studi riguardino problemi complessi dove l’apporto della esperienza clinica e della conoscenza medica sono di dirimente importanza. I legami fra conoscenza medica, conoscenza tacita o implicita 4, metodo scientifico basato sulla ipotesi, verifica con esperimenti e riformulazione di una nuova ipotesi sono una costante dell’attività clinica quotidiana ma anche della ricerca in un campo così complesso quale è quello della cura delle malattie.
La traduzione dell’editoriale pubblicato su European Respiratory Journal è disponibile su: https://www.aiporassegna.it/article/view/525/570
Riferimenti bibliografici
- Tobin MJ, Jubran A, Laghi F. Non-invasive strategies in COVID-19: epistemology, randomised trials, guidelines, physiology. Eur Respir J. 2021; 57:2004247. DOI
- Doglioni C, Ravaglia C, Chilosi M. Covid-19 interstitial pneumonia: histological and immunohistochemical features on cryobiopsies. Respiration. 2021. DOI
- Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri-Italian Thoracic Society (AIPO-ITS); Società Italiana di Pneumologia- Italian Respiratory Society (SIP-IRS). La gestione delle terapie semi-intensive respiratorie in epoca COVID-19. Rassegna di Patologia dell’Apparato Respiratorio. 2020; 35:141-153. DOI
- Polanyi M. The Tacit Dimension. Doubleday & Company Inc: New York; 1966.
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