BPCO, Asma e Malattie Allergiche
Sindrome da OVERLAP Asma-BPCO
L’asma e la BPCO sono patologie broncoostruttive frequenti nella popolazione generale ma non sempre è possibile differenziarle nettamente. Esse infatti possono coesistere nello stesso paziente, costituendo quella che viene definita sindrome da overlap asma-BPCO, la quale, rappresenta un’entità nosologica distinta dalle due patologie singole che la compongono. La sindrome da sovrapposizione, nel contesto della patologia broncoostruttiva, colpisce una percentuale di pazienti che si attesta intorno al 20%, ma c’è necessità di identificarli e quantificarli più correttamente, anche ai fini di una corretta terapia. L’AIPO si sta interessando molto a questa sindrome e ne ha fatto oggetto di un documento che sta preparando con un pool di esperti. I pazienti con overlap asma e BPCO necessitano di maggiore assistenza sanitaria e ospedaliera e rispondono alle terapie in modo differente rispetto ai pazienti affetti da una sola delle due patologie. La criticità della gestione clinica di questi pazienti suggerisce che è opportuno rinunciare alla distinzione classica fra le diverse patologie respiratorie e concentrarsi piuttosto sull’analisi e lo studio del diverso iter diagnostico-terapeutico che le sindromi da sovrapposizione broncoostruttiva richiedono, perché questo approccio potrebbe facilitare l’acquisizione di nuove informazioni, soprattutto per quel che riguarda la patogenesi e la risposta ai farmaci. È necessario, quindi, rivalutare il concetto di asma e BPCO come condizioni nettamente separate, e considerare anche le situazioni in cui esse possono coesistere, o quando una condizione possa evolvere verso l’altra. In questa ottica particolare interesse riveste il lavoro di de Marco et al. 1 che ha valutato, mediante questionario, la prevalenza e le caratteristiche di questa sindrome broncoostruttiva in un cospicuo campione di popolazione in Italia in varie fasce d’età.
Inquinamento atmosferico e variazioni climatiche come fattori favorenti le patologie respiratorie
Il massiccio aumento delle emissioni in atmosfera di agenti inquinanti prodotti, negli ultimi decenni, nei paesi industrializzati, dal frenetico aumento dei trasporti pubblici e privati, nonché dall’urbanizzazione crescente, dall’attività industriale e dalla deforestazione selvaggia, ha fatto sì che la qualità dell’aria che respiriamo costituisca un problema ambientale importante. I vari aspetti della patologia respiratoria allergica e non allergica legata a questi fattori ambientali sono stati focalizzati nel manoscritto pubblicato sotto l’egida della World Allergy Organization e dell’Interasma 2.
Nel contesto delle patologie respiratorie indotte dall’inquinamento atmosferico ed in particolare dalle polveri respirabili (il cosiddetto PM) un’importante osservazione è quella pubblicata su Lancet da Raaschau-Nielsen et al. 3. Anche se il fumo di tabacco è il fattore più importante nel favorire l’insorgenza di cancro polmonare, in questo studio su Lancet è stato osservato che l’inquinamento atmosferico, ed in particolare il PM10, può indurre insorgenza di adenocarcinoma anche in soggetti non fumatori. È stato anche osservato che a rischio maggiore sono i soggetti che non osservano una dieta corretta e non si nutrono di antiossidanti, in particolare frutta.
L’adolescente con asma. Il ruolo dei social network
Numerosi dati della letteratura dimostrano che l’asma si presenta con caratteristiche e peculiarità differenti a seconda delle fasi della vita in cui compare. Con particolare attenzione è stata studiata l’asma cosiddetta “early onset”, che insorge nell’infanzia ed è caratterizzata da un’alta prevalenza di etiologia allergica e l’asma “late onset”, tipica dell’adulto, in cui sono prevalenti le componenti etiologiche professionali. Nella interessante review di Bitsko et al. 4 è stato trattato approfonditamente il tema dell’asma nella fase adolescenziale della vita. È acquisizione comune che la gestione degli adolescenti asmatici è particolarmente complessa a causa della maggiore influenza di determinati fattori di rischio quali allergeni, irritanti ambientali (fumo di sigarette o altre sostanze da abuso), stress e/o depressione da conflitti familiari o sociali 5, scarsa aderenza ai comuni trattamenti farmacologici ecc. Una problematica da seguire è quella relativa alle componenti psicosomatiche che derivano dall’uso, e frequentemente anche dall’abuso, che i giovani fanno di social network come Facebook. In pratica i social network possono avere utilità nello scambio di informazioni tra pazienti o tra medici e pazienti nel contesto medico, ma potrebbero anche indurre, magari per ciberbullismo o ciberostracismo, l’insorgenza di effetti psicosomatici con peggioramento dell’asma 6.
È evidente che un’approfondita conoscenza di tutti questi aspetti etiopatogenetici, clinici e della comunicazione, può essere di enorme aiuto al clinico impegnato nella gestione dell’asma in questa delicata fase della vita.
Riferimenti bibliografici
- de Marco R, Pesce G, Marcon A. The coexistence of asthma and chronic obstructive pulmonary diesease (COPD): Prevalence and risk factors in young, middle-aged and elderly people from the general population. PloS One. 2013; 8:e62985.
- D’Amato G, Baena-Cagnani C, Cecchi L. Climate change, air pollution and extreme events leading to increasing prevalence of allergic respiratory diseases. Multidisciplinary Resp Med. 2013; 8:12.
- Raaschou-Nielsen O, Andersen ZJ, Beelen R. Air pollution and lung cancer incidence in 17 European cohorts: prospective analyses from the European Study of Cohorts for Air Pollution Effects (ESCAPE). Lancet Oncol. 2013; 14:813-22.
- Bitsko MJ, Everhart RS, Rubin BK. The adolescent with asthma. Pediatr Respir Rev. 2013. DOI
- D’Amato G, Liccardi G, Cecchi L. Facebook: a new trigger for asthma?. Lancet. 2010; 376:1740.
- D’Amato G, Cecchi L, Liccardi G. Social networks and asthma. Curr Opin Allergy Clin Immunol. 2013; 13:87-91.
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