Qualità e sostenibilità: una sfida per le Società Scientifiche
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La guida responsabile di una Società Scientifica impone una attenta lettura dei bisogni espressi dai propri iscritti e la conseguente formulazione di progetti ed iniziative indirizzate a soddisfare tali bisogni.
Questo compito è ancora più vincolante quando “il gruppo dirigente” viene designato dopo un confronto democratico, talvolta aspro, tra diverse proposte. Rimane tuttavia l’obbligo e la responsabilità da parte di chi è chiamato a dirigere la Società di rappresentare comunque tutte le istanze emerse, in uno spirito, per quanto possibile, unitario, indipendentemente da chi l’ha designato.
I bisogni di una Società Scientifica vanno analizzati, studiati, compresi.
Rimane il fatto che i bisogni di una Società Scientifica vanno analizzati, studiati, compresi. Per questo bisogna chiedersi di cosa discutono oggi gli pneumologi tra di loro e di cosa si preoccupano: delle difficoltà organizzative, della scarsità di risorse umane e tecnologiche disponibili, del rischio di chiusura e/o ridimensionamento delle loro strutture?
Quindi cosa dovrebbe proporre la Società Scientifica, nel nostro caso l’AIPO, per soddisfare questi bisogni?
Rispetto a tali istanze, se da una parte la funzione di una Società Scientifica rischia di confondersi con quella di un sindacato (l’ennesimo!!!), dall’altra non è giusto disinteressarsi di questi problemi, rifugiandosi in ruoli esclusivamente “scientifici”.
Come è possibile affrontare questi temi senza rinunciare al proprio ruolo? Su come rispondere a questa sfida non vi è sufficiente chiarezza.
Alcuni potrebbero ritenere che occuparsi di “politica sanitaria di specialità” sia cosa diversa che ottemperare ai compiti tradizionali di una Società Scientifica (formazione, ricerca, ecc.); in realtà non è così: quando si prendono decisioni e si fanno scelte in tema di formazione, si fanno scelte “politiche”, quando si decide di allocare le risorse disponibili, su un’attività di ricerca piuttosto che su un’altra, si sta facendo una scelta “politica”, anche se questo spesso avviene senza una visione consapevole.
Vi sono poi attività più specificamente caratterizzate come “politiche” che certamente rientrano negli obblighi di una Società Scientifica ed alle quali AIPO sta cercando di dare delle risposte:
- analizzare con il massimo dettaglio possibile la realtà e le operatività dell’area che si rappresenta (vedi Censimento Nazionale delle Strutture Pneumologiche – 2014);
- seguire attentamente gli sviluppi politici che determinano effetti sulla specialità (vedi recente Decreto di riordino del sistema ospedaliero) a, formulando proposte concrete di modifica (vedi emendamenti formulati al Decreto in collaborazione con le altre Società Scientifiche) b;
- sviluppare nuovi ed innovativi modelli organizzativi, compatibili con le risorse disponibili, in grado di valorizzare l’operatività delle strutture pneumologiche. Si tratta di elaborare progetti, come ad esempio quello che AIPO sta mettendo in campo sulla misura della complessità e criticità dei pazienti ricoverati in area pneumologica, che consentano di fornire dati strategici per “difendere” le strutture pneumologiche, evitando “l’approccio sindacale”, e rimanendo coerenti con il nostro ruolo.
Queste attività, che crediamo rispondano ai bisogni dei nostri Associati, sono sviluppate da una struttura dedicata – il Dipartimento per i Rapporti Istituzionali e le Politiche Sanitarie in Pneumologia – che le sta promuovendo, sotto il coordinamento di Franco Falcone e la collaborazione dei Responsabili di progetto, dei Responsabili dei Gruppi di Studio e dei Presidenti delle Sezioni Regionali.
Ma come si integrano queste attività con la Formazione e la Ricerca, attività proprie di una Società Scientifica?
Il legame è molto più stretto di quello che si potrebbe pensare.
Stiamo potenziando l’attività della Scuola di Formazione Permanente in Pneumologia con lo scopo di valorizzare l’enorme attività formativa che AIPO già mette in campo.
Stiamo potenziando l’attività della Scuola di Formazione Permanente in Pneumologia, sotto la guida di Pier Aldo Canessa, con lo scopo di valorizzare l’enorme attività formativa che AIPO già mette in campo, sulla cui qualità nessuno può nutrire dubbi. Dopo aver modificato e “semplificato” il regolamento, si è deciso, anche attraverso investimenti diretti con risorse interne, di avviare attività formative su temi strategici per la formazione dello pneumologo, quali la TBC e l’ecografia toracica, che rischierebbero di rimanere trascurati perché carenti di investimenti. È evidente che queste scelte hanno una valenza “politica” perché aggiornare e formare, soprattutto i giovani pneumologi, è indispensabile per garantire la sopravvivenza della specialità.
E la ricerca? Anche in questo campo c’è un problema di risorse. È inutile negare che i progetti di ricerca sono spesso onerosi e quindi legati alla disponibilità di adeguate coperture economiche, questo però non esclude che si possano attivare progettualità indipendenti su cui concentrare risorse derivate da altre attività Associative.
Anche nel rapporto con i Partner è possibile condividere iniziative e risorse su progetti (borse di studio, corsi di formazione, registri, ecc.) che siano coerenti con i nostri obbiettivi. Su questi modelli stiamo lavorando per varare appunto borse di studio e progetti di ricerca a lungo termine molto concreti di cui AIPO sarà l’attore principale.
È forte l’attenzione rivolta ai giovani, alla struttura che li rappresenta ed alle molte sollecitazioni che arrivano da quest’area.
In tutte queste attività è forte l’attenzione rivolta ai giovani, alla struttura che li rappresenta ed alle molte istanze che arrivano da quest’area.
Lo sforzo che si cerca di fare è quello di “mettere a sistema” formazione, ricerca e proposte di modelli organizzativi coerenti e spendibili sui tavoli di interlocuzione istituzionale.
Si è avviato un impegno forte di AIPO, attraverso il finanziamento di un apposito e dedicato Ufficio Stampa, al fine di dare il massimo risalto alla rilevanza sociale delle malattie respiratorie.
Oggi dobbiamo tener conto anche di un’altra esigenza: queste attività devono essere rese “mediaticamente visibili”, sia all’interno della Comunità scientifica, sia all’esterno (Associazioni di Pazienti, Cittadini, Giornalisti). Anche su questo si è avviato, attraverso il finanziamento di un apposito Ufficio Stampa, un impegno forte di AIPO, allo scopo di dare il massimo risalto alla rilevanza sociale delle malattie respiratorie, alla capacità della pneumologia di dare adeguate risposte assistenziali ed alle specifiche attività di AIPO. Sappiamo tutti che oggi solo i temi che intercettano il circuito della comunicazione (purtroppo) vengono valorizzati e sono oggetto di attenzione da parte delle Istituzioni.
L’aggiornamento tecnologico del nostro portale AIPONET ed i suoi collegamenti verso i social network ci permettono di aprire una nuova strada per ribadire l’importanza della cura delle Malattie Respiratorie.
Tutte queste attività richiedono da una parte, capacità progettuali che derivano dalle strutture interne dell’Associazione e dalla partecipazione attiva di tutti i Soci, dall’altra, capacità organizzative e disponibilità di risorse correttamente gestite. In tal senso, AIPO è certamente avvantaggiata dalla qualità operativa e dal know how di AIPO Ricerche.
Sul tema della “partecipazione attiva” alla vita associativa, vorrei richiamare quanto Andrea Rossi scrisse sulla nostra rivista, nella sua relazione biennale del dicembre 2013, a proposito della più frequente richiesta che viene fatta ad una Società Scientifica (… non solo ad AIPO) dai propri iscritti: AIPO cosa fa per me e cosa fa per difendere la mia struttura? 1.
Questa domanda svela come qualcuno continui a far confusione tra sindacato e società scientifica ed anche come la partecipazione sia vista poco in termini di contributo allo sviluppo della comunità pneumologica, ma più come una delega alla risoluzione dei propri problemi.
La prima domanda che ognuno di noi dovrebbe fare a se stesso è: ho fatto abbastanza per rendere difendibile la mia struttura? Forse non tutto quello che attualmente offre la pneumologia è “difendibile”.
L’aggiornamento tecnologico del nostro portale AIPONET ed i suoi collegamenti verso i social network ci permettono di aprire una nuova strada per ribadire l’importanza della cura delle Malattie Respiratorie.
Ritengo che tutti noi (… e sottolineo noi), abbiamo fatto nel passato qualche errore preferendo a volte percorsi facili e magari “convenienti”, trascurando attività di maggiore impegno e meno “redditizie”: anche per questi errori la specialità paga un prezzo. Ma volendo guardare con ottimismo al futuro, la nostra è una specialità che ha tutte le potenzialità per affermarsi:
- la pneumologia non è seconda a nessun’altra specialità in termini di progresso ed innovazione del proprio patrimonio culturale;
- gestiamo patologie epidemiologicamente rilevanti ad elevato impatto socio economico;
- utilizziamo con grande competenza diagnostiche e trattamenti complessi di alta specializzazione.
Le Società Scientifiche sono chiamate a valorizzare questo patrimonio ed a renderlo “politicamente visibile”.
La partecipazione alle attività associative è lo strumento per rafforzare la specialità e la sua immagine. È richiesto il contributo di tutti, in stretta collaborazione con le altre Società Scientifiche pneumologiche; solo così tutti saranno legittimati ad utilizzare il frutto del lavoro comune per difendere con argomenti solidi la propria attività e professionalità.
In conclusione, lo specialista ed in generale il medico, ha il dovere di garantire innanzitutto la qualità e l’appropriatezza delle prestazioni che eroga per rispondere alla richiesta di salute delle persone, ma contestualmente non ci si può però sottrarre ad una attenta valutazione della qualità delle proposte organizzative ed alla loro sostenibilità economica. Questa attenzione viene oggi letta solo in termini di obbligo di riduzione delle prestazioni erogate e di tagli. Certamente il problema della ristrettezza delle risorse è pressante, ma dobbiamo ammettere che non tutto il sistema delle cure in pneumologia segue modelli di appropriatezza e quindi di corretta utilizzazione delle, pur limitate, risorse disponibili. Su questi temi è necessario aprirsi al confronto con tutti gli interlocutori (Associazioni dei Pazienti, altre Società Scientifiche, Istituzioni, ecc.) per evitare quel pericolo di autoreferenzialità che spesso ha caratterizzato il nostro operato.
Una Società Scientifica deve accettare la sfida, innanzitutto culturale, di rendere compatibili qualità e sostenibilità e deve indicare strumenti e progetti per dare adeguate risposte a questi problemi.
Una Società Scientifica deve accettare la sfida, innanzitutto culturale, di rendere compatibili qualità e sostenibilità e deve indicare strumenti e progetti per dare adeguate risposte a questi problemi.
Ed è anche su questi temi che vi do appuntamento a Napoli, dall’11 al 14 Novembre 2015, al XLIII Congresso Nazionale AIPO – Congresso Nazionale FIP - che ha già nel titolo “Qualità e Sostenibilità: le sfide per la Pneumologia” il senso del lavoro che stiamo portando avanti: abbiamo un anno di tempo per rispondere positivamente a questa sfida.
Riferimenti bibliografici
- Rossi A. Relazione biennale del Presidente. Rass Patol App Respir. 2013; 28:285-7.
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© Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri – Italian Thoracic Society (AIPO – ITS) , 2014
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