In ricordo di Maurizio Luisetti
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Maurizio Luisetti dal 2010 era Direttore della SC Pneumologia della Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo di Pavia nonché Professore Straordinario di Malattie dell’Apparato Respiratorio dell’Università di Pavia. Giovanissimo, già nel 1985 era diventato responsabile del Laboratorio di Biochimica e Genetica dell’Istituto di Tisiologia di Pavia. Nel 2006 aveva conseguito l’idoneità a Professore Ordinario di Malattie dell’Apparato Respiratorio. Le numerosissime pubblicazioni non sono sufficienti a testimoniare completamente la sua curiosità di scienziato che si è dedicato in modo particolare alle malattie polmonari rare, quali il deficit di alfa 1-antitripsina e la proteinosi alveolare.
Prima ancora che scienziato è stato un Medico a 360°, al quale si sono rivolti tantissimi malati trovando in lui le competenze e l’attenzione che chiedevano. Il suo lavoro ha proseguito la strada tracciata a Pavia da Carlo Forlanini, Eugenio Morelli, Pietro Zorzoli, Attilio Omodei Zorini, Carlo Grassi, Lucio Casali e Ernesto Pozzi.
Maurizio è mancato prematuramente lunedì 20 ottobre, aveva ancora tanti progetti familiari, genitoriali, lavorativi da realizzare. In questi giorni tanti hanno scritto di lui. Forse pochi lo conoscevano davvero. Maurizio era così come lo descrive Ilaria Ferrarotti, una delle più strette collaboratrici del suo Laboratorio, con parole sincere e vere:
“L’abbiamo salutato in una giornata limpida e ventosa, di quelle giornate che gli piacevano tanto perché facevano somigliare Pavia ai luoghi della sua adolescenza. Era stato in un giorno così – mi aveva raccontato anni fache, sedicenne, si era avventurato in un negozio di dischi per scegliere uno dei suoi preferiti di sempre. Mi diceva che il primo disco scelto consapevolmente ti identifica più di un CV; il suo era rock alternativo per quegli anni, ed eclettico. Quando gli avevo rivelato il mio aveva sorriso, perché era tra i suoi preferiti.
Il suo approccio alla ricerca era decisamente liberale e non lo negava. Negli anni aveva cresciuto un gruppo di giovani a cui trasmettere con entusiasmo mezzi e strumenti, certo che la ricerca avesse bisogno di personalità diverse e ampie competenze, sfatando luoghi comuni e insegnandoci a credere nelle nostre capacità più che nei nostri titoli. I “suoi ragazzi” ci chiamavano, anche se alcuni di noi ragazzi non lo sono più (e quanto si divertiva a rimarcarlo!). Appassionati cavalieri di una virtuale Tavola Rotonda l’abbiamo accompagnato e affiancato in piccole e grandi battaglie (nuovi progetti, finanziamenti da ottenere, lavori da scrivere), condividendone i successi e imparando qualcosa in più da ogni esperienza. L’ultima è stata la ristrutturazione dei laboratori, che non ha fatto in tempo a vedere completati. Per pochi giorni per giunta!
Non sembra possibile siano terminate le sue mail a raffica, i messaggi in piena notte quando non avevamo lo stesso jet-lag, le battute sottili e colorite, le risate di pancia, le cene di gruppo (regolari, a Natale e prima dell’estate, per il suo compleanno), le ritualità dei congressi, le pianificazioni vulcaniche e le confidenze improvvise, gli aneddoti cult, le sfrenate sessioni di shopping nei mall americani (era stoicamente in grado di sostenere fino a quattro ragazze indiavolate in cerca di saldi), e quelle occasioni che erano diventate delle piacevoli abitudini: i chioschi dei bretzel all’aeroporto di Francoforte e l’Oyster bar in quello di Copenhagen, le tapas di pesce alla Barceloneta e i negozietti del Barrio Gotico, le incursioni nei vecchi negozi di dischi al di là dell’Atlantico. Potevamo passare pomeriggi a scrivere progetti e a preparare revisioni accurate così come serate a chiacchierare delle nostre famiglie e della nostra vita senza accennare al lavoro.
Non l’abbiamo mai abbandonato, nemmeno nei momenti più bui, quando tutto sembrava perduto per i casi degli uomini o del destino, ed ora siamo ancora qui a difendere quanto ha creato con tanta passione e sacrifici, con in mente le sue parole e nelle orecchie una delle sue canzoni preferite (“Angel of Montgomery”, J. Prine)”.
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© Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri – Italian Thoracic Society (AIPO – ITS) , 2014
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