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Pubblicato: 2015-04-15

BPCO, Asma e Malattie Allergiche

Coordinatore Commissione GARD Ministero della Salute su “Ambiente, Clima e Salute Respiratoria”; Chairman Committee and Task Force on “Air pollution, climate change and allergic respiratory diseases” World Allergy Organization

Fenotipizzare l’asma: comprendere per curare

Nella letteratura degli ultimi anni si è affermato sempre più il concetto che l’asma non è una singola malattia ostruttiva delle vie aeree ma una sindrome complessa, che ha eziopatogenesi di natura multifattoriale, eterogenea ed include differenti fenotipi.

Nell’interessante review di Chung et al. 1 è stato trattato approfonditamente il tema della fenotipizzazione dell’asma. Fenotipi di asma sono stati inizialmente identificati attraverso la combinazione di caratteristiche cliniche e sono stati descritti differenti fenotipi clinici di asma sulla base della cluster analysis, venendo identificati in base ai fattori scatenanti, alla gravità e al tipo di infiammazione bronchiale riscontrata nell’espettorato indotto e/o nel liquido di lavaggio bronchiale.

Tuttavia, nonostante le migliorate conoscenze, la descrizione dei fenotipi dell’asma non è stata sinora sufficiente ad orientare concretamente la gestione clinica del singolo paziente.

Attualmente, grandi aspettative sono alimentate dalla crescente attenzione della ricerca per la caratterizzazione dei meccanismi molecolari alla base dei processi biologici dell’asma, con l’utilizzo delle tecnologie della proteomica e della trascrittomica.

L’integrazione delle analisi molecolari, fisiologiche e cliniche potrebbe aiutare a comprendere meglio i processi cellulari riguardanti l’infiammazione, l’immunità, l’apoptosi e il metabolismo, implicati nei diversi fenotipi asmatici e che ne costituiscono, difatti, l’endotipo.

La conoscenza dei meccanismi biologici collegati al fenotipo asmatico pone come obiettivo clinico la possibilità di sviluppare terapie antiasmatiche mirate, soprattutto per i sottotipi di asma grave di difficile controllo.

In un contesto clinico occorre poi tener presente che i fenotipi di asma possono peggiorare se insorge una rinite non solo negli adulti ma anche in età pediatrica, con differenze nella severità tra fenotipi ad eziopatogenesi IgE-mediata rispetto ai non allergici. In tale contesto appare interessante il lavoro di Deliu et al. 2.

L’asma grave nei bambini aumenta il rischio di sviluppare BPCO in età adulta

È noto che la BPCO sia una malattia multifattoriale, dipendente da fattori di rischio propri dell’ospite e da esposizione a fattori ambientali. Tra quelli propri dell’ospite sono da annoverare un’anamnesi positiva per gravi infezioni respiratorie nell’infanzia e l’asma che può rappresentare un fattore di rischio per lo sviluppo della BPCO, anche se non esistono evidenze conclusive a riguardo. Nello studio di Tai et al. 3 è stata valutata l’associazione tra l’asma in età infantile e lo sviluppo di BPCO in età adulta. Nello studio, il più lungo mai realizzato a proposito di asma in età pediatrica, sono stati seguiti 346 soggetti asmatici dall’età di 6-7 anni fino al compimento dei 50 anni d’età, ed i pazienti sono stati valutati periodicamente, ogni 7 anni. Al compimento dei 50 anni, i pazienti sono stati divisi in 4 sottogruppi: non asmatici, asmatici remittenti, asmatici e affetti da BPCO. Dai risultati è emerso che i bambini con asma severo hanno un rischio 32 volte maggiore di sviluppare BPCO da adulti rispetto ai bambini non asmatici, mentre nei bambini con asma intermittente il rischio non sarebbe aumentato. È interessante notare che nella coorte dei pazienti BPCO il 43% era costituito da non fumatori.

Variazioni climatiche e malattie respiratorie

L’impatto dei cambiamenti climatici sulla salute dell’uomo è destinato a diventare in futuro sempre più forte. Nella rassegna pubblicata da European Respiratory Review D’Amato et al. 4 hanno esaminato i punti chiave di questo tema sempre più attuale.

I fattori determinanti le emissioni di gas serra, all’origine dei cambiamenti climatici, sono legati alla produzione di energia, ai trasporti, all’agricoltura, alla produzione alimentare e alla gestione dei rifiuti. Le variazioni climatiche, tra cui il surriscaldamento globale, rappresentano una minaccia per la salute umana, soprattutto per quella respiratoria, promuovendo direttamente o aggravando le malattie respiratorie o aumentandone l’esposizione ai fattori di rischio.

Negli ultimi tre decenni si è osservato un aumento della prevalenza delle allergopatie respiratorie e tale aumento non è plausibilmente imputabile a variazioni genetiche ma è più verosimile che sia dovuto all’intervento di fattori ambientali. Tra questi, l’inquinamento atmosferico svolge un ruolo importante non solo nell’età adulta ma anche in quella infantile. Diversi studi hanno dimostrato che l’inquinamento ambientale ha effetti proinfiammatori sulla funzione respiratoria e che l’esposizione ai componenti dell’inquinamento incrementa la risposta delle vie aeree all’inalazione di allergeni in soggetti predisposti. Inoltre, nella maggior parte dei paesi industrializzati, le persone che vivono in zone urbane tendono ad essere più affette da malattie respiratorie rispetto a quelle che vivono in zone rurali. Le variazioni climatiche influenzano la prevalenza delle allergopatie, ritardando o anticipando la fioritura delle piante allergeniche e di conseguenza la stagione pollinica, oltre a modificare, almeno in parte, la distribuzione geografica delle stesse piante, soprattutto erbacce come graminacee, composite e urticacee.

Se è vero che i governi hanno il compito di attuare strategie per ridurre i cambiamenti climatici e l’inquinamento atmosferico, è tuttavia fondamentale che i cittadini, e in particolar modo gli operatori sanitari e le società impegnate in tale contesto, a livello nazionale e internazionale, facciano sentire la loro voce a sostegno delle politiche e delle decisioni legislative atte a difendere l’ambiente e a garantire a tutti di respirare aria non inquinata.

Riferimenti bibliografici

  1. Chung KF, Adcock I. Clinical phenotypes of asthma should link up with disease mechanisms. Curr Opin Allergy Clin Immunol. 2014; 15:56-62.
  2. Tai A, Tran H, Roberts M. The association between childhood asthma and adult chronic obstructive pulmonary disease. Thorax. 2014; 69:805-10.
  3. Deliu M, Belgrave D, Simpson A. Impact of rhinitis on asthma severity in school age children. Allergy. 2014; 69:1515-21.
  4. D’Amato G, Cecchi L, D’Amato M. Climate change and respiratory diseases. Eur Respir Rev. 2014; 23:161-9.

Affiliazioni

Gennaro D’Amato

Coordinatore Commissione GARD Ministero della Salute su “Ambiente, Clima e Salute Respiratoria”; Chairman Committee and Task Force on “Air pollution, climate change and allergic respiratory diseases” World Allergy Organization

Copyright

© Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri – Italian Thoracic Society (AIPO – ITS) , 2015

Come citare

D’Amato, G. (2015). BPCO, Asma e Malattie Allergiche. Rassegna Di Patologia dell’Apparato Respiratorio, 30(2), 72-73. https://doi.org/10.36166/2531-4920-2015-30-18
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