Presentazione
Pubblicato: 2017-02-15

Malattie respiratorie occupazionali

Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche, Materno-Infantili e dell’Adulto, Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia UOC Malattie dell’Apparato Respiratorio, AOU Policlinico di Modena

Articolo

Uno pneumologo che si appresti a raccogliere l’anamnesi di ogni paziente che si presenti all’osservazione clinica per una sintomatologia respiratoria più o meno specifica non mancherà di indagare gli aspetti riguardanti l’attività lavorativa corrente o pregressa. Infatti è parte imprescindibile del bagaglio culturale della nostra disciplina riconoscere che molte delle patologie respiratorie che afferiscono alle nostre strutture possono avere una genesi professionale.

Le patologie respiratorie rappresentano in ordine di prevalenza la terza causa di malattia professionale dopo le patologie muscolo-scheletriche e quelle secondarie a stress. Nell’Unione Europea la prevalenza di malattie respiratorie di origine professionale è di poco inferiore a 300 casi/100.000 abitanti e naturalmente la quota numericamente maggiore è a carico dei lavoratori dell’industria mineraria. Nel complesso, si stima che fattori espositivi a livello occupazionale siano responsabili di circa il 5-15% di tutte le neoplasie respiratorie, del 17% dei casi di asma nell’adulto e di circa il 10% dei casi di pneumopatie infiltrative diffuse.

La maggior parte delle patologie respiratorie di origine professionale, ancorché dovute a esposizione a sostanze aerodisperse di varia natura nel corso dell’attività lavorativa, non trovano risoluzione dal semplice allontanamento dall’agente causale. Spesso infatti si tratta di condizioni croniche irreversibili e potenzialmente progressive anche una volta che sia cessata l’attività lavorativa. Non ultimo, l’esposizione professionale oltre a determinare la comparsa di patologia respiratoria de novo, può anche rappresentare un fattore di rischio per l’aggravamento di una patologia respiratoria preesistente, come nel caso dell’asma bronchiale.

Quando ci si muove nel contesto delle patologie di origine professionale, non è sempre così scontato stabilire il nesso causale tra esposizione lavorativa e comparsa di patologia. A parte alcune entità cliniche ben note in cui è inequivocabile il rapporto causa-effetto tra l’esposizione ad un determinato agente e l’insorgenza di malattia respiratoria professionale. Il caso più semplice può essere rappresentato dalla diagnosi di silicosi in lavoratori esposti alla silice libera cristallina, oppure una stretta relazione temporale tra la comparsa di sintomi di asma bronchiale e una determinata attività lavorativa.

Tuttavia in molti casi il periodo di latenza tra esposizione professionale e comparsa di segni o sintomi di patologia respiratoria può durare molti anni, pertanto non è sempre facile a posteriori ricondurre l’eziopatogenesi di una determinata manifestazione clinica a una pregressa esposizione in ambito professionale ormai remota. L’esempio più tipico è rappresentato dalla polmonite cronica da ipersensibilità, che è verosimilmente causata dall’esposizione cronica ricorrente a basse dosi di antigene e che nella sua presentazione clinica può mimare in tutto e per tutto le pneumopatie interstiziali idiopatiche. In questi casi, una poliziesca anamnesi guiderà l’iter diagnostico, sebbene in un terzo dei casi di polmonite cronica da ipersensibilità non si riesca a identificare l’agente causale. Infine non è ancora completamente chiarito quale possa essere il peso determinato dall’esposizione a sostanze aerodisperse in ambito professionale nella patogenesi di patologie complesse e multifattoriali, quali ad esempio la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) o la fibrosi polmonare idiopatica.

Questa Serie “Malattie respiratorie occupazionali” si pone l’obiettivo di proporre ai lettori di Rassegna un excursus attraverso le principali patologie respiratorie per le quali si riconosce una possibile genesi professionale, fornendo spunti di riflessione che possano trovare un corrispettivo nella pratica clinica di tutti i giorni, nonché informazioni pratiche per la gestione di questi pazienti. La serie pertanto si articolerà nella trattazione della genesi professionale nelle seguenti aree della medicina respiratoria: asma bronchiale, BPCO, pneumopatie infiltrative diffuse, polmoniti da ipersensibilità, neoplasie del polmone e della pleura.

Non resta che augurare a tutti Voi una buona lettura!

Riferimenti bibliografici

  1. European Respiratory Society. European Lung White Book. European Respiratory Society: Sheffield, UK; 2013.
  2. European Respiratory Society. European Lung White Book. European Respiratory Society: Sheffield, UK; 2013.
  3. Sigsgaard T, Nowak D, Annesi-Maesano I. ERS position paper: work-related respiratory diseases in the EU. Eur Resp J. 2010; 35:234-8.
  4. Cullinan P, Muñoz X, Suojalehto H. Occupational lung diseases: from old and novel exposures to effective preventive strategies. Lancet Respir Med. 2017.

Affiliazioni

Stefania Cerri

Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche, Materno-Infantili e dell’Adulto, Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia UOC Malattie dell’Apparato Respiratorio, AOU Policlinico di Modena

Copyright

© Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri – Italian Thoracic Society (AIPO – ITS) , 2017

Come citare

Cerri, S. (2017). Malattie respiratorie occupazionali. Rassegna Di Patologia dell’Apparato Respiratorio, 32(1), 3-4. https://doi.org/10.36166/2531-4920-2017-32-02
  • Abstract visualizzazioni - 110 volte
  • PDF downloaded - 58 volte