Aspetti clinici ed epidemiologici delle interstiziopatie polmonari nella popolazione femminile
Abstract
Le pneumopatie interstiziali diffuse interessano sia gli uomini che le donne, tuttavia vi possono essere differenze nella loro presentazione clinica ed epidemiologica nei due sessi, dovute a diversità sia biologiche (anatomiche, ormonali e/o genetiche) sia socio-culturali (alla base di specifiche esposizioni ambientali e/o diversi approcci alla patologia in genere). Vi sono infatti pneumopatie specifiche solo del sesso femminile (come la linfangioleiomiomatosi) e pneumopatie con una predominanza femminile, sia idiopatiche (ad esempio la polmonite interstiziale non-specifica idiopatica o la polmonite eosinofila cronica) che secondarie a patologie tipicamente femminili come conseguenza della patologia stessa o del trattamento (ad esempio le malattie collageno- vascolari e la neoplasia della mammella). Obiettivo di questa review è quello di esplorare il mondo delle interstiziopatie polmonari specificamente nelle donne, soprattutto dal punto di vista clinico ed epidemiologico.
Articolo
Le pneumopatie interstiziali diffuse costituiscono un gruppo di patologie con presentazione clinica, pattern radiologico e funzionalità respiratoria simili, in cui le principali alterazioni patologiche coinvolgono proprio l’interstizio polmonare 1. Obiettivo di questa review è quello di esplorare il mondo delle interstiziopatie polmonari specificamente nelle donne; è ormai noto infatti che vi siano differenze fra uomini e donne sia biologiche (anatomiche, ormonali e genetiche) che socio-culturali (esposizione, cultura o approccio alla patologia). La maggior parte delle interstiziopatie polmonari colpisce sia uomini che donne, tuttavia vi sono (Tabella I):
- patologie specifiche del sesso femminile che non si osservano negli uomini;
- patologie con chiara predominanza femminile derivante dalla malattia stessa e/o dalla causa sottostante (ad esempio pneumopatie correlate al cancro della mammella o al suo trattamento e interessamento polmonare secondario a malattie collageno-vascolari);
- interstiziopatie idiopatiche con predominanza femminile (Non-Specific Interstitial Pneumonia o NSIP idiopatica);
- altre pneumopatie prevalenti nel sesso femminile senza una ragione conosciuta.
Vi sono d’altra parte alcune pneumopatie interstiziali che sono invece più frequenti nel sesso maschile come ad esempio la Fibrosi Polmonare Idiopatica (IPF).
Patologie specifiche del sesso femminile che non si osservano negli uomini
Linfangioleiomiomatosi (LAM)
La linfangioleomiomiomatosi (LAM) è una malattia sistemica rara che colpisce quasi esclusivamente giovani donne, con un’incidenza pari a circa 3,3-7,4 casi su 1.000.000 2 3. Originariamente considerata patologia benigna, più recentemente è stata classificata come neoplasia metastatica destruente a basso grado 4.
La linfangioleomiomiomatosi è una malattia sistemica rara che colpisce quasi esclusivamente giovani donne, più recentemente classificata come neoplasia metastatica destruente a basso grado.
È descritta in approssimativamente il 30% delle donne affette da sclerosi tuberosa (TSC-LAM) 5, ma esiste anche una forma sporadica non ereditabile; in entrambe le forme sono state osservate mutazioni dei geni TSC-1 e TSC-2 6 7 che determinano un’alterazione della cascata mTOR, coinvolta nella regolazione di molti meccanismi di crescita, motilità e sopravvivenza cellulare 8 9. In particolare queste alterazioni coinvolgono le cosiddette “cellule LAM”, rappresentate da cellule con fenotipo simile a quello delle cellule muscolari lisce 10, con aspetto clonale ma di origine sconosciuta, che circolano nel sangue e nei vasi linfatici 11 12 e vanno a costituire lesioni sia polmonari (ostruzione delle vie aeree e dei vasi linfatici, chilotorace, formazione e rottura di cisti polmonari) (Figura 1) che extra-polmonari (adenopatie retroperitoneali, linfangiomiomi e angiomiolipomi renali) 4 13 14. Le cellule LAM esprimono un importante fattore di crescita linfangiogenetico, il VEGF-D (Vascular Endothelial Growth Factor D), che favorisce proprio l’accesso ai vasi linfatici e la diffusione metastatica della malattia 15 16. Il quadro clinico della LAM è caratterizzato da dispnea, broncospasmo, tosse, pneumotorace spontaneo recidivante, chilotorace, emottisi, chilottisi, progressivo declino della funzionalità respiratoria e insufficienza respiratoria 17.
Quasi tutti i casi di LAM sono diagnosticati in donne in età riproduttiva, mentre sono rari i casi ad esordio precedente alla pubertà o successivo alla menopausa.
Quasi tutti i casi di LAM sono diagnosticati in donne in età riproduttiva, mentre sono rari i casi ad esordio precedente alla pubertà o successivo alla menopausa; aneddotici i casi nel sesso maschile 18-21. Sono descritti infine casi di riacutizzazione ciclica della patologia in concomitanza col ciclo mestruale 22, in gravidanza 23 o in corso di terapia estrogenica 24 e frequente è la stabilizzazione della patologia dopo la menopausa 25; le cosiddette “cellule LAM” possono esprimere recettori sia estrogenici che progestinici 26.
Patologie con predominanza femminile derivante dalla malattia stessa e/o dalla causa sottostante
Interstiziopatie polmonari secondarie a connettivopatie
Le interstiziopatie polmonari secondarie alle malattie collageno-vascolari sono molto più frequenti nelle donne 27: gli ormoni sessuali possono avere un ruolo nella regolazione della risposta immunitaria (influenzando la soglia alla quale la combinazione di fattori di rischio ambientali e genetici possono innescare le patologie stesse) 28 e il microchimerismo che si osserva nelle donne come conseguenza della gravidanza porta all’espressione di specifiche molecole del complesso maggiore di istocompatibilità (MHC), determinando un aumentato rischio di sviluppare una connettivopatia 29.
La presenza di autoanticorpi viene comunemente descritta anche nella popolazione sana, ma livelli patologici di tali autoanticorpi sono osservati più frequentemente nelle donne rispetto agli uomini.
La presenza di autoanticorpi viene comunemente descritta anche nella popolazione sana, ma livelli patologici di tali autoanticorpi sono osservati più frequentemente nelle donne rispetto agli uomini 30; nelle donne inoltre si osserva una più intensa risposta immunitaria cellulo-mediata, come dimostrato dai più efficaci meccanismi di rigetto e da una relativa resistenza ai meccanismi di immunotolleranza 31. Le malattie collageno-vascolari che più frequentemente si associano ad interessamento polmonare sono: sclerosi sistemica, lupus eritematoso sistemico, polimiosite/dermatomiosite, artrite reumatoide, sindrome di Sjögren, connettiviti miste, granulomatosi con poliangioite (ex vasculite di Wegener) nella manifestazione della stenosi tracheale. Il pattern istologico più frequente nelle pneumopatie diffuse secondarie a connettivopatia è rappresentato dalla NSIP, ad eccezione dell’artrite reumatoide dove invece il pattern predominante è rappresentato dal pattern UIP (Usual Interstitial Pneumonia) 32-36.
Sclerosi sistemica
La sclerosi sistemica progressiva (sclerodermia) è una patologia rara di origine sconosciuta caratterizzata dall’eccessiva produzione e deposizione di matrice extracellulare con conseguente obliterazione vascolare nei diversi organi coinvolti 37. Prevale nelle donne (con rapporto 3:1), soprattutto oltre i 50 anni di età 38 e il coinvolgimento polmonare, presente nel 25-65% dei casi 39, costituisce la più frequente causa di morte in queste pazienti 37. Le due manifestazioni polmonari più frequenti sono rappresentate dalla pneumopatia interstiziale cronica fibrosante e dall’ipertensione arteriosa polmonare, osservate rispettivamente nell’80% e 50% dei casi rispettivamente 37; possono verificarsi altre complicanze respiratorie meno frequenti tra cui le polmoniti da aspirazione (dovute a reflusso gastro-esofageo e patologie dell’esofago). L’evoluzione del coinvolgimento parenchimale polmonare può essere lenta e progressiva, con dispnea ingravescente, tosse secca persistente, astenia e insufficienza respiratoria ingravescente. La TAC del torace ad alta risoluzione mostra addensamenti a vetro smerigliato prevalenti alle basi nelle regioni sub-pleuriche, pattern reticolare e aree di honeycombing (Figura 2); il pattern morfologico è più spesso rappresentato da un quadro di NSIP.
Lupus eritematoso sistemico
Il Lupus Eritematoso Sistemico (LES) è una patologia infiammatoria sistemica ad eziologia sconosciuta con manifestazioni cliniche e laboratoristiche variabili. La presenza di aberrazioni immunologiche determina un’anomala produzione di autoanticorpi, che causano danno cellulare e/o formazione di complessi immunitari con conseguente infiammazione 40. Colpisce nove donne per ogni uomo, anche se tale prevalenza nel sesso femminile diminuisce all’aumentare dell’età 40.
Il lupus eritematoso sistemico colpisce nove donne per ogni uomo, anche se tale prevalenza nel sesso femminile diminuisce all’aumentare dell’età.
Il LES può coinvolgere il parenchima polmonare soprattutto sotto forma di polmonite acuta o emorragia alveolare; più raramente si osservano polmonite interstiziale, versamento pleurico e bronchiolite (con o senza Polmonite Organizzativa – OP) 39 41. La polmonite acuta si verifica nell’1-4% dei pazienti con LES 41, generalmente già precedentemente diagnosticata, mentre può in alcuni rari casi costituire la manifestazione d’esordio della patologia; il puerperio è un periodo particolarmente a rischio per la comparsa di polmonite lupica 42 e il quadro clinico è caratterizzato da dispnea ingravescente, febbre, insufficienza respiratoria e addensamenti alveolari. L’emorragia alveolare si verifica nel 2% dei pazienti con LES, soprattutto nelle donne giovani 42, ha un esordio acuto e si associa spesso a nefrite; il tasso di mortalità può arrivare a 50-90% 41.
Polimiosite/dermatomiosite
Polimiosite e Dermatomiosite (PM/DM) sono caratterizzate da flogosi cronica del muscolo striato (polimiosite) e/o della cute (dermatomiosite) e sono entrambe più frequenti nelle donne rispetto agli uomini. Le manifestazioni polmonari, che possono precedere l’esordio della patologia sistemica nel 33% dei casi 43 circa, sono anch’esse più frequenti nelle donne, soprattutto con età media pari a 50 anni 44 45 e possono manifestarsi sotto forma di pneumopatia interstiziale, vasculopatia polmonare, miopatia dei muscoli respiratori e polmoniti da inalazione. La presenza di determinati autoanticorpi si associa a determinati sottogruppi della patologia 46, ad esempio gli anticorpi anti-Jo1 sono considerati indicatori di elevato rischio di interstiziopatia polmonare secondaria a PM/DM.
Sindrome di Sjögren
La sindrome di Sjögren costituisce un disturbo autoimmune lentamente progressivo che coinvolge principalmente le ghiandole esocrine, in cui si formano infiltrati linfocitari che vanno a sostituire il tessuto funzionale determinando quindi la riduzione della secrezione esocrina.
La sindrome di Sjögren costituisce un disturbo autoimmune lentamente progressivo che coinvolge principalmente le ghiandole esocrine, in cui si formano infiltrati linfocitari che vanno a sostituire il tessuto funzionale.
Gli autoanticorpi tipici sono rappresentati da Ro (SS-A) e La (SS-B). Può essere solitaria (sindrome di Sjögren primaria) o associata a malattia del tessuto connettivo (sindrome secondaria di Sjögren), si verifica nel 90% dei casi nelle donne e l’età di esordio è variabile con un picco nella quarta-quinta decade di vita 47. Le possibili manifestazioni respiratorie del Sjögren comprendono la tosse cronica, l’interstiziopatia polmonare (tra cui la polmonite interstiziale linfocitaria o LIP) e la bronchiolite; la sindrome di Sjögren può inoltre evolvere a disturbi linfoproliferativi tra cui linfoma e pseudo-linfoma 48.
Connettivite mista
Le connettiviti miste sono determinate dall’associazione nello stesso paziente di segni e sintomi diversi (caratteristici di diverse patologie reumatologiche) e diversi test sierologici (specifici di patologie reumatologiche diverse); possono trovarsi quindi combinate le caratteristiche di LES, sclerosi sistemica e polimiosite/dermatomiosite e il coinvolgimento polmonare, piuttosto comune, è quindi aspecifico 49. L’incidenza di queste patologie non è ben conosciuta, ma sono sicuramente più frequenti nelle donne (9/1): frequente è la positività degli autoanticorpi U1-RNP 50.
Artrite reumatoide
L’Artrite Reumatoide (AR) è una poliartropatia infiammatoria progressiva che si associa alla presenza di vari sintomi sistemici. La diagnosi di AR si basa sulla presenza di ben definiti criteri clinici e laboratoristici 51 e rappresenta la più comune tra le artriti infiammatorie dell’adulto, colpendo circa lo 0,8% della popolazione generale, con un’incidenza nelle donne maggiore rispetto agli uomini di circa tre volte.
La diagnosi di artrite reumatoide si basa sulla presenza di ben definiti criteri clinici e laboratoristici e ha un’incidenza nelle donne maggiore rispetto agli uomini di circa tre volte.
La prevalenza dell’artrite reumatoide aumenta con l’aumentare dell’età, mentre diminuiscono le differenze tra uomini e donne, suggerendo una possibile correlazione di tali differenze con gli ormoni sessuali; tale ipotesi potrebbe essere supportata dal fatto che l’attività della malattia tende a ridursi durante la gravidanza e a peggiorare nel puerperio; un’altra ipotesi è che vi sia una correlazione anche con la produzione di prolattina 52. Tuttavia, a differenza delle manifestazioni articolari, quelle extra-articolari (che si osservano soprattutto nei pazienti con elevati titoli di fattore reumatoide sierico e nei pazienti con noduli reumatoidi) hanno una predominanza nel genere maschile 53, in particolare per quanto riguarda il coinvolgimento polmonare e soprattutto la presenza di pattern UIP.
Vasculiti
Le vasculiti polmonari colpiscono uomini e donne allo stesso modo, compresa la granulomatosi con poliangioite (ex vasculite di Wegener); tuttavia, la stenosi tracheale, un’importante manifestazione riportata nel 16-23% dei pazienti affetti da granulomatosi con poliangioite, ha una evidente prevalenza nel sesso femminile, come riportato dalla importante casistica della Mayo Clinic in cui su 17 pazienti affetti da stenosi sottoglottica da sindrome di Wegener, 16 erano donne 54.
Pneumopatie correlate al cancro della mammella o al suo trattamento
Il tumore della mammella costituisce un problema molto frequente per le donne, colpendo circa una donna su nove in tutto il mondo; la linfangite polmonare carcinomatosa rappresenta una possibile causa di interstiziopatia polmonare in queste pazienti, è descritta nel 6-8% dei casi ed è associata a prognosi infausta 55. Morfologicamente è caratterizzata da infiltrazione da parte di cellule neoplastiche dell’interstizio peribroncovascolare e interlobulare. I principali sintomi respiratori sono rappresentati da dispnea e tosse secca stizzosa, che spesso possono precedere le alterazioni radiologiche, e che si associano ad ipossiemia e insufficienza respiratoria ingravescenti 56. La TAC del torace evidenzia ispessimento regolare e/o nodulare dell’interstizio peribroncovascolare e dei setti interlobulari, con tuttavia la conservazione dell’architettura polmonare (a differenza di altre patologie polmonari fibrosanti) 56. Le donne affette da carcinoma della mammella e trattate con radioterapia possono inoltre sviluppare una OP 57. I sintomi compaiono in media 13-14 settimane dopo il termine della radioterapia (con una variabilità da 3 a 47 settimane nelle casistiche descritte) e il quadro clinico-radiologico è del tutto simile a quello della COP, con buona risposta alla terapia steroidea e con frequenti recidive alla riduzione/sospensione della terapia 57.
Interstiziopatie idiopatiche con predominanza femminile
NSIP idiopatica
La NSIP idiopatica è stata recentemente accettata come entità clinica a sé stante, con caratteristiche cliniche, radiologiche e morfologiche proprie, diverse dalle altre pneumopatie interstiziali idiopatiche. Il quadro clinico è caratterizzato da dispnea e tosse persistenti, si manifesta principalmente in donne, non fumatrici, nella sesta decade di età. Il pattern radiologico è caratterizzato tipicamente da opacità reticolari, simmetriche, prevalenti nei lobi inferiori con bronchiectasie da trazione e riduzione dei volumi polmonari, distribuzione diffusa o sub-pleurica, ma con frequenti aspetti di risparmio delle regioni più sub-pleuriche. Dal punto di vista istopatologico, vi è un coinvolgimento uniforme dell’interstizio polmonare, sia spaziale che temporale, con fibrosi e infiltrato infiammatorio in proporzioni variabili (NSIP cellulata o fibrosante). Nella maggior parte dei casi la prognosi è buona, con una mortalità a 5 anni inferiore al 18% 58 59. Studi più recenti hanno evidenziato in realtà due possibili sottogruppi con caratteristiche cliniche, morfologiche e prognostiche diverse, riconducibili rispettivamente ai due prototipi della NSIP associata a sclerodermia e della NSIP associata a miosite: 1) NSIP cronica (caratterizzata da un fenotipo fibrosante con elementi morfologici di NSIP e un decorso più simile a quello dell’IPF) e 2) NSIP subacuta (caratterizzata da elementi di danno acuto con linfocitosi, overlap OP/NSIP e migliore prognosi) 60 (Figura 3). Questa osservazione sottintenderebbe l’ipotesi che la NSIP idiopatica possa in realtà rappresentare una variante di connettivopatia confinata al polmone come proposto da Kinder et al. nel 2007 61.
Polmonite cronica eosinofila
La polmonite cronica eosinofila è caratterizzata dalla comparsa, nell’arco di qualche settimana, di tosse, dispnea, malessere e calo ponderale, associati alla presenza di infiltrati polmonari diffusi; costituisce una patologia rara, rappresentando infatti il 3% circa delle pneumopatie diffuse, e prevale nel sesso femminile (rapporto M/F 2/1) 62 63, con un’età media di incidenza pari a 45 anni 62, senza predisposizione genetica o familiarità; i 2/3 dei pazienti hanno una precedente storia di asma bronchiale 62 63 e circa la metà una storia di atopia (allergie a farmaci, poliposi nasale, orticaria e/o eczema).
La polmonite cronica eosinofila costituisce una patologia rara e prevale nel sesso femminile con un’età media di incidenza pari a 45 anni.
A differenza della polmonite eosinofila acuta, la maggior parte dei pazienti è costituita da non fumatori. La TC del torace ad alta risoluzione mostra generalmente un quadro caratterizzato da consolidazioni polmonari confluenti e opacità a vetro smerigliato 62 64 65, quasi sempre bilaterali 62, prevalenti nei lobi superiori e nelle regioni sub-pleuriche 64, con tendenza alla migrazione spontanea in un quarto dei casi 63; il quadro radiologico in genere regredisce rapidamente in corso di terapia steroidea 65.
Pazienti non ancora trattati con corticosteroidi sistemici presentano inoltre elevati livelli di eosinofili nel sangue periferico 63 e ipereosinofilia nel BAL (con eosinofili > 25%).
Polmonite interstiziale linfocitaria (LIP)
La polmonite interstiziale linfocitaria (Lymphocytic Interstitial Pneumonitis, LIP) è stata descritta per la prima volta da Leibow e Carrington nel 1969 come infiltrato interstiziale linfocitico denso e diffuso 66. Le forme idiopatiche sono piuttosto rare, mentre la maggior parte dei casi di LIP si associa a sottostanti patologie sistemiche tra cui la sindrome di Sjögren (nel 25% dei casi di LIP), l’artrite reumatoide, il LES, la tiroidite di Hashimoto, l’anemia perniciosa, l’anemia emolitica autoimmune, la cirrosi biliare primitiva, l’epatite cronica, la miastenia gravis, l’infezione da HIV (soprattutto nei bambini), l’immunodeficienza comune variabile (CVID) 67 68 o, più raramente, l’infezione da Legionella, HTLV-1 o EBV e l’uso di difenilidantoina 69. Prima di formulare una diagnosi di LIP idiopatica, molto rara, è necessario quindi effettuare tutte le più adeguate indagini per escludere tali potenziali patologie sistemiche sottostanti 70. La forma idiopatica è stata inclusa (nella nuova classificazione del 2013) tra le pneumopatie interstiziali idiopatiche rare 60, ma il quadro clinico è tuttora poco conosciuto: può presentarsi a qualsiasi età, è più frequente nelle donne in quinta decade di vita 67 71 ed è caratterizzata da un esordio insidioso (nell’arco di alcuni anni), dispnea da sforzo, tosse, dolore toracico di tipo pleuritico e sintomi sistemici come febbre, sudorazione notturna e calo ponderale 71. Molti pazienti si presentano con anomalie nella produzione delle immunoglobuline, generalmente iper-gammaglobulinemia, più raramente anche ipo-gammaglobulinemia o gammopatia monoclonale 62 64 65 (tuttavia la presenza di una gammopatia monoclonale o di una ipogammaglobulinemia devono porre il sospetto di un disordine linfoproliferativo). La TC del torace ad alta risoluzione generalmente evidenzia alterazioni bilaterali diffuse prevalenti nei campi inferiori: addensamenti a vetro smerigliato con distribuzione a cartina geografica, consolidazioni, cisti a parete sottile a distribuzione prevalentemente peri-vascolare 72 73, ispessimento dei setti inter-lobulari e noduli centro-lobulari sub-pleurici; raro o assente è l’honeycombing 74 75. Dal punto di vista istopatologico, vi è un infiltrato interstiziale diffuso linfoide costituito da linfociti T, plasmacellule, istiociti e macrofagi con iperplasia delle cellule di tipo II, con coinvolgimento principale dei setti alveolari; i follicoli linfoidi sono generalmente ingranditi e centrati attorno ai vasi linfatici. Il decorso clinico varia dalla risoluzione spontanea senza alcuna terapia alla progressione fino alla fase terminale 72 73; vi sono pochissimi dati in letteratura su quale sia il trattamento più adeguato, essendo lo steroide utilizzato nella maggior parte dei casi descritti e altri immunosoppressori come seconda scelta, tra cui ciclofosfamide, ciclosporina A, clorambucile, colchicina, momfetil micofenolato, azatioprina e rituximab 66 71 76 77.
Il 5-30% circa dei casi di LIP può potenzialmente evolvere a linfoma; tuttavia l’introduzione recente di indagini di immunoistochimica e biologia molecolare potrebbe aiutare nella diagnosi differenziale con linfoma.
Il 5-30% circa dei casi di LIP può potenzialmente evolvere a linfoma; tuttavia l’introduzione recente di indagini di immunoistochimica e biologia molecolare potrebbe aiutare nella diagnosi differenziale con linfoma 78.
IPAF (Idiopathic Pneumonia with Autoimmune Features)
Il termine IPAF (Idiopathic Pneumonia with Autoimmune Features) è stato introdotto da una Task Force internazionale ERS/ATS per indicare un sottogruppo di pneumopatie interstiziali diffuse caratterizzate dalla presenza di alcuni elementi di autoimmunità non sufficienti tuttavia a porre diagnosi di una specifica connettivopatia 79. Tale Task Force infatti ha proposto per la classificazione di IPAF quattro criteri: 1) il riscontro radiologico o istologico di pneumopatia interstiziale; 2) l’assenza di una sottostante nota causa di interstiziopatia; 3) l’assenza di criteri ben definiti per la diagnosi di connettivite; 4) almeno un criterio diagnostico da almeno due sui tre domini considerati (clinico, laboratoristico e morfologico).
Il pattern radiologico/istologico più frequente è costituito da NSIP, OP o OP/NSIP overlapping e prevale soprattutto nelle donne di mezza età e non fumatrici.
Il pattern radiologico/istologico più frequente è costituito da NSIP, OP o OP/NSIP overlapping e prevale soprattutto nelle donne di mezza età e non fumatrici 80.
Altre pneumopatie prevalenti nel sesso femminile senza una ragione conosciuta
Esistono alcune interstiziopatie polmonari, più rare, che si possono osservare più frequentemente nelle donne, ma nelle quali il meccanismo alla base di questa particolare prevalenza risulta tuttora sconosciuto. Un esempio è costituito da alcune pneumopatie farmaco-indotte: l’idroclorotiazide per esempio può in alcuni casi provocare edema polmonare acuto non-cardiogeno 81; tale evento avverso è stato osservato nelle donne in oltre il 90% dei casi, la maggior parte in età post-menopausale, ma il meccanismo patogenetico sottostante rimane tuttora sconosciuto. La DIPNECH (Diffuse Idiopathic Pulmonary Neuroendocrine Cell Hyperplasia) è una patologia molto rara che si osserva prevalentemente nelle donne, è caratterizzata dalla proliferazione di cellule neuroendocrine polmonari (con conseguente formazione di noduli/micronoduli polmonari) e un quadro clinico subdolo (tosse secca, dispnea ingravescente e broncospasmo) 82. Infine anche alcune patologie professionali possono manifestarsi più frequentemente nelle donne anche in assenza di una esposizione più significativa 83.
Conclusioni
Ad eccezione delle LAM, tutte le pneumopatie interstiziali diffuse sono descritte sia negli uomini che nelle donne. Nelle donne però tali patologie possono avere incidenza e prevalenza diverse, andamento clinico e risposta terapeutica differenti e diversi meccanismi eziopatogenetici. Il genere femminile va quindi considerato come dato anamnestico molto importante nel procedimento diagnostico anche multidisciplinare per la diagnosi differenziale.
Figure e tabelle
1. Patologie specifiche del sesso femminile che non si osservano negli uomini |
LAM |
2. Patologie con chiara predominanza femminile derivante dalla malattia stessa e/o dalla causa sottostante |
Interessamento polmonare secondario a malattie collageno-vascolari |
Pneumopatie correlate al cancro della mammella o al suo trattamento |
3. Interstiziopatie idiopatiche con predominanza femminile |
NSIP idiopatica |
LIP |
Polmonite eosinofila cronica |
IPAF |
4. Pneumopatie prevalenti nel sesso femminile senza una ragione conosciuta |
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